L’anno nuovo è iniziato, per l’energia, con l’entrata in vigore del decreto del MiSE da un titolo quasi beffardo:
“Mercato libero dell’energia elettrica. Schema ingresso consapevole dei clienti finali”
A cura di Ennio Fano.
Il decreto individua le regole per favorire l’ingresso nel mercato libero dell’energia elettrica e del gas dei clienti oggi serviti in Maggior Tutela e le modalità per il superamento del regime dei prezzi regolati per le piccole imprese dal 1° gennaio 2021. Lo Stato metterà, addirittura, a disposizione fondi per convincere i cittadini a entrare nel libero mercato il più presto possibile; chi non lo farà, in ogni caso dovrà passarci. Credo che nemmeno i regimi autoritari più oscuri operino in tal senso. L’ARERA, nel frattempo, ha comunicato l’incremento di oltre il cinque percento delle tariffe per il primo trimestre 2021; già, peraltro, molto cresciute nel 2020, nonostante la depressione dei prezzi del petrolio/gas. Paradossale poi uno studio condotto dall’ARERA sull’andamento dei prezzi, con il confronto tra quelli tutelati e quelli del libero mercato, dal quale si desume la convenienza ad acquistare energia attraverso il mercato tutelato! I cittadini rimasti nel mercato tutelato spendono meno di quelli che hanno scelto quello libero; un risparmio, a dir poco, di circa il 20% esclusi gli oneri fissi. Sul caro bollette e l’inadeguatezza del mercato elettrico, più volte ci siamo soffermati su questa rubrica; da ultimo nel settembre scorso, quasi in forma di appello alla politica. A nulla è valso. In nessuno dei provvedimenti importanti quali legge di bilancio e “milleproroghe” compare un minimo segnale sul tema. È quindi scattata l’ultima fase della riforma che introduce forzatamente il “mercato libero” per tutti entro l’anno. Secondo stime dell’ARERA, nel 2021 le bollette aumenteranno ancora, aggravando il divario tra le nostre e quelle degli altri cittadini della UE. Aggravamento ancor più difficile da sopportare a causa della grave crisi economica indotta dalla pandemia.
L’ARERA ha comunicato l’incremento di oltre il 5% delle tariffe per il primo trimestre 2021; già, peraltro, molto cresciute nel 2020. Il mercato, così come strutturato in Italia, è una grande beffa per i cittadini, mentre è un grande affare per le oltre 700 società che vendono elettricità e gas. Che sia un affare per queste società è dimostrato dal “bombardamento” quotidiano di telefonate ai consumatori per convincerli a passare subito dal mercato tutelato a quello libero. Mercato libero composto da un ginepraio di offerte, perlopiù incomprensibili ai più, con il rischio che sottendano ulteriori impegni onerosi. Questa insistenza insospettisce, possibile che tutti questi fornitori desiderino farci risparmiare rispetto ad oggi? Infatti, non è così. E allora che motivo c’è di obbligare tutti al libero mercato? Nessun motivo, nessun obbligo comunitario (il mercato esiste già dal 2007), se non quello di far arricchire i venditori di energia a spese dei cittadini. Non è da capire in nome di quale nobile causa. Si tratta di una beffa mostruosa operata dal Governo.
Oggi, ammettendo per teoria economica che il mercato ancora serva, la presenza dell’Acquirente Unico (AU), che compra elettricità e gas sul mercato dei produttori per fornirla a circa 15 milioni di famiglie, ha consentito di spuntare prezzi migliori. L’ AU ha funzionato come un gigantesco gruppo di acquisto che è riuscito a spuntare prezzi migliori. La media del costo del chilovattora sul mercato libero è pari a 24,2 centesimi mentre quello della “maggior tutela” acquistato dall’AU è pari a 21,5 centesimi. In termini complessivi annui si tratta di un risparmio di quasi un miliardo l’anno. Una volta soppresso l’Acquirente Unico e quindi tolto dal mercato, questo miliardo di euro andrà tutto nelle tasche di venditori privati. Ecco spiegata la ragione delle tante telefonate che ci arrivano per scegliere il nuovo fornitore di energia. Va ricordato che l’Acquirente Unico è una società statale, con bilancio in positivo, dove lavorano oltre 200 persone capaci e specializzate, perché la si vuole cancellare? L’AU fattura quasi 7 miliardi l’anno, che motivo c’è di trasferire questa massa di denaro da una società pubblica verso imprese private. Cosa queste imprese possono offrire di più e di meglio al cliente? Nulla, perché l’elettricità ed il gas sono prodotti non modificabili, hanno le stesse proprietà e caratteristiche da qualsiasi parte provengano, non variano con la moda. Il silenzio delle cosiddette associazioni dei consumatori è anch’esso preoccupante, non intervengono nemmeno per dipanare la miriade di offerte che i venditori propongono ai clienti.
Cosa si può fare allora? La proposta è quella di mantenere in attività l’Acquirente Unico ed il sistema di contrattazione a maggior tutela, almeno per tutte quelle utenze minori con potenza impegnata non superiore a 4,5 KW. A questa azione è necessario accompagnare la revisione dell’assetto del mercato, perchè davvero non funzionante. In Italia il caro bollette è un problema prioritario. Nessun altro Paese dell’UE si trova in queste condizioni. Il mercato dell’energia ha fallito i suoi obiettivi, non ha risposto a quelle che erano le attese e le conseguenze sono tutte sulle fasce più deboli della società. Esso, come più volte detto, era nato con una visione di competitività fra le fonti di produzione di energia da combustibili fossili, con premialità per l’efficienza. Con la svolta incentivante per le rinnovabili, il mercato si è completamente distorto appesantendo le bollette doppiamente, in primo luogo a causa dei super–incentivi alle rinnovabili, in secondo luogo, per la modesta dimensione della quota di produzione legata esclusivamente alla competizione tra centrali termoelettriche. L’apporto del termoelettrico sarà sempre più esiguo. Le nuove centrali a gas serviranno a garantire la sicurezza del servizio elettrico, non potranno quindi partecipare al mercato. Semmai è vero il contrario dovremo pagare di più per il loro servizio essenziale.