L’intervento di Paolo Pirani in videocollegamento al seminario della Confederazione dei sindacati europei sul tema dell’economia circolare
Non ci può essere sostenibilità ambientale senza economia circolare. In tal senso vanno gli investimenti delle aziende. Va valorizzata ampiamente la portata del progetto europeo in atto verso l’economia circolare nonostante le difficoltà durature determinate dall’emergenza sanitaria tuttora in atto.
Non ci può essere sostenibilità ambientale senza economia circolare. In tal senso vanno gli investimenti delle aziende. Va valorizzata ampiamente la portata del progetto europeo in atto verso l’economia circolare nonostante le difficoltà durature determinate dall’emergenza sanitaria tuttora in atto. Ci aspettiamo conferme e novità condivisibili nel Piano nazionale di ripresa e resilienza che l’esecutivo guidato da Mario Draghi presenterà ai vertici europei a fine aprile”.
Lo ha detto Paolo Pirani, segretario generale della Uiltec, nel corso del seminario di Etuc, la Confederazione europea dei sindacati guidata da Luca Visentini, dedicata al tema dell’economia circolare, tenuto questa mattina. Secondo Pirani “i progetti di riconversione ed una strategia mirata in tal senso possono generare in Italia almeno un milione di posti di lavoro, ma bisognerà utilizzare al meglio le risorse rese disponibili dal Next Generation Eu”.
Positivo il giudizio del leader sindacale sul ruolo che avrà il nuovo dicastero della Transizione ecologica, grazie al compito “di migliorare e completare anche l’attuale piano sui temi in questione”. L’Italia mostra dati di tutto valore: “Per il terzo anno consecutivo – ha sottolineato Pirani- è in testa nel confronto della circolarità tra le cinque principali economie dell’Unione europea.
Ma occorre fare di più con scelte precise e bisogna disporre di risorse concrete a favore: della tutela delle risorse ambientali, attraverso la trasformazione degli impianti di depurazione in vere e proprie bioraffinerie all’interno delle quali sviluppare filiere orientate alla produzione di materie prime seconde; dell’l’innovazione tecnologica, con sistemi di telecontrollo delle reti idriche e fognarie; della responsabilità sociale per la comunità, con l’accesso universale ai servizi e alla formazione ed educazione dei cittadini e delle future generazioni; della valorizzazione del capitale umano, con il rafforzamento della cultura e dell’identità aziendale, il miglioramento della produttività aziendale, il trasferimento di ‘know how’ e lo sviluppo degli strumenti di welfare. Infine è indispensabile garantire gli interventi per aumentare l’efficienza della rete degli acquedotti, per chiudere il ciclo dei rifiuti, per portare innovazione ai sistemi di riscaldamento o modifiche alla mobilità sostenibile”.
Ufficio Stampa Uiltec