Dichiarazione di Paolo Pirani, segretario generale della Uiltec
“E’ bene che il confronto tra le parti relativo al futuro dell’impianto Eni di Porto Marghera approdi al più presto in una sede istituzionale di livello nazionale.”
In questo senso il dicastero dello Sviluppo economico può essere il luogo ideale per aprire un tavolo che abbia garanzie di prospettiva. Ci auguriamo che il ministro Giancarlo Giorgetti accolga questo invito e ci dia precisi cenni di riscontro”. Lo ha dichiarato Paolo Pirani, segretario generale della Uiltec nazionale, rispetto al futuro che attende il sito petrolchimico di Porto Marghera. Infatti, due giorni fa l’Ad di Eni aveva confermato l’intenzione al sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, di fermare il cracking del succitato impianto a oltre a quello degli aromatici. Quello del cracking è l’ultimo dei grandi impianti dell’era Montedison, il cuore pulsante del petrolchimico veneziano. Il giorno seguente la direzione lo ha ribadito in un incontro alle Rsu diFilctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil,che hanno immediatamente dichiarato di esser pronte a intraprendere ogni iniziativa di protesta e mobilitazione necessari. Sono 400 i dipendenti diretti degli impianti chimici veneziani, più altrettanti nell’indotto. Eni dal 2014 ha avviato a Venezia la prima bioraffineria al mondo riconvertita da un impianto tradizionale, che impiega 200 persone. Il gruppo in questione guidato da Descalzi ha immediatamente reso noto di voler continuare a investire in produzioni alternative nella logica della riconversione ambientale ed energetica. “La discussione – ha continuato Pirani- non può limitarsi all’ambito locale, ma deve coinvolgere il governo. A nostro giudizio in prima battuta sarà bene interessare il Mise, per poi coinvolgere anche i vertici del nuovo ministero della Transizione ecologica, a partire dal ministro competente Roberto Cingolani”
Ufficio Stampa Uiltec