“La chiusura del cracking di Porto Marghera, decisa da Eni, causerà inevitabili ripercussioni per quanto riguarda l’approvvigionamento di materie prime per gli impianti petrochimici di Mantova, Ferrara, Ravenna e a cascata su tutta la filiera manifatturiera posta a valle
Con la decisione di chiudere entro il 2022 – Falcinelli, Garofalo, Pirani – Eni ha messo sul tavolo progetti di investimento e ammodernamento non sufficienti e in parte già definiti in precedenti accordi, alcuni dei quali avrebbero dovuto essere attuati sei anni fa
Il trasporto via mare, prospettato dall’azienda, è una soluzione che non ci convince sia per le problematiche logistiche, vista anche la vicenda delle grandi navi e il passaggio delle stesse attraverso il canale dei Petroli, che per la sua natura diseconomica e dipendente da fattori imprevedibili, come il meteo, che genereranno una programmazione incerta e inadeguata delle attività”.
Così si sono espressi i segretari generali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, rispettivamente Marco Falcinelli, Nora Garofalo, Paolo Pirani.
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