Paolo Pirani su Il diario del lavoro
Fra i paradossi più evidenti della campagna elettorale in vista delle elezioni politiche del 25 settembre uno di certo non incoraggia certo la fiducia per il dopo: molti gli slogan (senza troppe spiegazioni) sui temi sociali, ma nessuna attenzione alle proposte sindacali e di conseguenza ad un confronto di merito con i rappresentanti dei lavoratori.
Gli slogan si sono rivelati per quello che è purtroppo un diffuso costume politico: comportarsi in modo autoreferenziale ed auto elogiativo. Congiura con l’assenza di una dialettica fra forze politiche e sociali anche il tipo di rapporti in questa campagna elettorale dai toni accesi e dalle frequenti “scomuniche” fra competitori che non poteva ovviamente favorire una ricerca di dialogo anche con le forze sindacali.
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